Concerto evento Beethoven per la prima volta a Foligno
Mai eseguito prima in città, il capolavoro beethoveniano chiuderà il cartellone 2024 degli Amici della Musica di Foligno. Un vero e proprio evento nato dalla collaborazione con l’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma e la Fondazione Accademia Musicale Chigiana di Siena
Si annuncia come un vero e proprio evento la chiusura della Stagione concertistica 2024 degli Amici della Musica di Foligno.
Per la prima volta in cartellone – e in città – arriva la celeberrima Sinfonia n. 9 in re minore di Ludwig van Beethoven, op. 125 “Corale” per Soli, Coro e Orchestra, monumento della storia musicale mondiale che sta già facendo registrare una grande adesione di pubblico da tutta la regione.
In programma all’Auditorium San Domenico sabato 23 novembre, ore 21, l’appuntamento celebra l’importante anniversario dei duecento anni dalla prima esecuzione del capolavoro accolta a Vienna il 7 maggio 1824, data che segna il cammino di un’opera che ha profondamente cambiato la musica occidentale.
Lo straordinario appuntamento, nato dalla collaborazione tra Amici della Musica, Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma (IUC) e Fondazione Accademia Musicale Chigiana di Siena, è stato presentato in conferenza stampa all’Oratorio del Crocifisso venerdì 8 novembre da Marco Scolastra direttore artistico dell’associazione musicale folignate, Rinaldo Gentile presidente IUC e dal giovane direttore d’orchestra Michelangelo Mattoli.
“Da direttore artistico degli Amici della Musica sono davvero onorato di portare a Foligno un concerto sinfonico che ha fatto la storia della musica – ha esordito Marco Scolastra -. È stato un sogno a lungo accarezzato anche dai miei predecessori. Finalmente ci siamo e vorrei dedicare questo evento a Grazia Roberti Gentile, presidente e fondatrice illuminata che aveva questo desiderio. Ed è davvero straordinario che tutto questo sia stato reso possibile grazie alla collaborazione con la IUC e Rinaldo suo presidente, figlio della prof.ssa Gentile e ideatore dell’iniziativa,”
Il concerto, oltre a essere un tributo al genio di Beethoven, fa proprio il messaggio etico dell’opera, riflette sul significato, ancora attuale, di questa sinfonia. Un valore culturale e sociale affidato soprattutto al quarto movimento ispirato all’ode An die Freude di Schiller, simbolo di unità, fratellanza universale e libertà che l’ha reso non a caso, nel 1972, Inno dell’Unione Europea, mentre nel 2001 la Nona sinfonia è stata dichiarata dall’Unesco Memoria del Mondo.
E sulla scia di “Abbracciatevi Moltitudini”, la Nona – che ha debuttato a Roma per l’inaugurazione della Stagione IUC – vedrà in scena prestigiose realtà musicali italiane. Sul podio Enrico Saverio Pagano con la giovane ma già prestigiosa Orchestra Canova, il grandioso e celebre Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”, Maestro del coro Lorenzo Donati punta di diamante della direzione corale, e quattro solisti d’eccezione Elisa Balbo soprano, la mezzosoprano Benedetta Mazzetto, il tenore Paolo Mascari, il basso Giacomo Nanni.
Come spesso capita in conferenza con gli Amici della Musica, si affacciano anche le note, quelle di Marco Scolastra che ha scandito al pianoforte le parole di Michelangelo Mattoli, anche lui folignate trasferitosi da undici anni a Pesaro. “La Nona sinfonia è l’opera più rivoluzionaria mai scritta da un compositore. E non solo per l’introduzione del coro mai avvenuta prima. A renderla unica è il suo essere un viaggio spirituale meraviglioso nella vita di ognuno, nel destino del genere umano fatto di sofferenza che trova riscatto nella fratellanza. Beethoven ci dice che non siamo soli come ben sottolinea l’ode di Schiller del celebre Inno alla Gioia”.
A dirigere la Sinfonia fu duecento anni lo stesso autore che la compose, già completamente sordo, tra il 1818 e il 1824 per dedicarla al Re di Prussia, Federico Guglielmo III. Eseguita per la prima volta al Teatro di Porta Carinzia a Vienna, riscosse un notevole successo, ma soprattutto c’è chi ha detto che “La musica non sarà più la stessa d’ora in poi”. Il pubblico accolse l’opera con grande entusiasmo e applaudì il compositore sventolando fazzoletti bianchi.
Venato di emozione l’intervento di Rinaldo Gentile nel ricordare la mamma fondatrice dell’associazione folignate. “Grazie a questa collaborazione, siamo riusciti in questa operazione davvero molto impegnativa, L’Orchestra Canova è da due anni orchestra residente della IUC. Sono musicisti giovani ma già di grande spessore. La Nona è opera matura di Beethoven e deve essere suonata in modo maturo che non vuol dire da persone mature, ma da artisti veri, dentro”.
“Alla fine della Nona Sinfonia si resta frastornati – scrive il musicologo Giorgio Pestelli, si ha l’impressione di essere stati in un luogo dove si è pronunciato un importante giuramento; ci sembra di avere la forza e il coraggio per essere fedeli alle promesse. E penseremo alle nove Sinfonie come a un baluardo di forme intelligibili e fraterne per aiutarci a vivere senza temere la vita”.